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Meditazione proposta da Maurizio Muraglia; leopardi

Percorsi della fragilità umana in letteratura: LEOPARDI

A proposito di felicità

 A proposito di felicità
Singolare il pomeriggio dello scorso 25 Febbraio offerto dalla “Scuola di formazione etico- politica G. Falcone” (associazione  di volontariato culturale) all’ “UEPE” (Ufficio di esecuzione penale esterna) di Palermo: un incontro formativo sul tema dell’ etica rivolto a soggetti sottoposti a misura alternativa o a sanzioni di comunità a seguito di provvedimenti dell’ Autorità giudiziaria. La Scuola, dal 1992, favorisce varie iniziative culturali che riguardano temi come la questione meridionale, la storia della  mafia e dell’antimafia,  i rapporti delle mafie con la politica, con la chiesa , con l’imprenditoria… Essa si rivolge a  cittadini impegnati in ruoli  amministrativi e politici o a semplici cittadini-elettori che vogliono esercitare i loro diritti  di sovranità democratica con responsabilità e autonomia.
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Da più di 10 anni ha sottoscritto un protocollo di collaborazione con l’ “UEPE”  diretto a realizzare azioni  di promozione della legalità e di sostegno all’integrazione che puntano ad accrescere la conoscenza  e il livello di consapevolezza su doveri e diritti della comunità tutta.
Questa volta si è trattato di uno  scambio attivo tra i partecipanti (una trentina di utenti dei servizi forniti dall’ “UEPE”, alcuni rappresentanti dello stesso Ufficio affiancati da  volontari del servizio civile nonché alcuni rappresentanti della Scuola di formazione)  in un assetto inusuale, circolare;  in uno spazio speciale, la Casa dell’equità e della bellezza a Palermo; in un tempo particolare, il martedì grasso, ultimo giorno di festa del carnevale.
Partendo dalla parola “clava” etica (una delle parole  “a doppio taglio, ambivalenti, che assumono colori diversi a seconda di chi li usa, di quando li usa, e soprattutto di come li usa”  ) la domanda  su cui fermarsi a riflettere è stata: si può essere felici in un mondo che propone tutti i suoi paradossi e le sue contraddizioni ? E, se la risposta è sì, quale l’esperienza che desidero condividere con gli altri in questo momento?
 Posta in termini chiari e accessibili, in un assetto semplice,  di ascolto ordinato e rispettoso,  la domanda sulla felicità ha coinvolto molti, uomini e donne, nella ricerca di possibili risposte e con sorpresa è venuta fuori tanta “filosofia” spontanea, senza citazioni dotte né elucubrazioni mentali. Il  tema chiave su cui ci si è concentrati ha toccato, come sempre,  corde profonde dello spirito e, dopo qualche momento di lieve resistenza, sono iniziate le condivisioni di tanti modi di guardare alla felicità,   centrati sull’interiorizzazione della stessa, sul senso di ricerca e sulla condizione di condivisione che l’accompagna:
per Janeira la felicità è una condizione interiore e si realizza con l’altruismo e il disinteresse, ma anche nelle piccole cose come un’alba,  il canto di un uccellino, un bambino che ti sorride, nell’amare l’altro lasciandolo libero;
per Maria la felicità è dentro di noi e non si trova nelle cose materiali;
per Gianmichele la felicità è una condizione che si coniuga con l’impegno per gli altri;
per Giovanni si può essere felici con niente, purché ci si preoccupi della felicità altrui;
per Edoardo la felicità si trova più facilmente nell’incoscienza;
per Giuseppe la felicità arriva se tutti sono felici;
per Marina la felicità è uno stato dell’essere che si trova all’interno come spazio possibile da contattare;
per Rosalba la felicità è realizzare parte di sé con l’impegno nei confronti della società e degli altri, nel continuo desiderio di imparare
per Aurelia la felicità è essere al posto giusto nel momento giusto in uno stato di salute.
  Con  parole semplici e autentiche alcuni hanno delineato profondi spaccati di vite complesse! Ma anche coloro che non sono intervenuti pubblicamente, forse per timidezza, nella pausa gentilmente organizzata con un piccolo e  dolce ristoro da Adriana, hanno sentito l’esigenza di condividere le loro storie, le difficoltà attraversate ma anche la positività di questa esperienza che stavano vivendo in questo spazio.
Uno spazio anche per chi, nel rappresentare un pubblico servizio, spesso  rimane schiacciato dai vincoli burocratici  per la necessità di dare risposte, a volte, standardizzate.
Uno spazio di umanità che emerge in tutta la sua bellezza e dignità, che commuove ed emoziona per come riesce a proporre  una diversa opportunità e poiché essa si realizza nell’esperienza viva delle persone diventa concretamente “possibile” e ne dimostra l’esistenza.
Possiamo permetterci di osare? Ipotizziamo  anche con l’aiuto della scienza, di dati ed esperienze solide un nuovo paradigma fondato sulla felicità come competenza, che si può quindi acquisire e allenare ed è capace di portare benefici a tutta la società, a partire dai nostri contesti di riferimento.
Piccoli passi, come quello  di ieri, realizzato  alla “Casa dell’equità e della bellezza”, possono sembrare una goccia nel mare dell’esistenza  destinata all’oblio oppure un piccolo seme che, se custodito  e curato nella sua vera essenza, è capace di germogliare realizzando la parte migliore dell’essere umano.
Marina e Rosalba

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